Motore centrale, due posti secchi e trazione posteriore… la filosofia di Colin Chapman si riversa tutta anche in questa splendida creatura… la Lotus Elise (per me è Elisa ma il perché lo vedremo più avanti).
Nata in un momento poco felice per la Lotus, lei, veniva presentata al grande pubblico...
...ico nel settembre del 1996 e sfoggiava soluzioni all’epoca molto innovative.
Chapman non dava spazio a fraintendimenti – light is right – sapendo bene che il nemico numero uno delle prestazioni è proprio il peso e la sua distribuzione nella sagoma del telaio.
Telaio appunto che venne pensato e concepito fuori dagli schemi proprio per contribuire alla leggerezza.
La tecnica di estrusione delle materie termoplastiche e metalliche permette, tramite compressione del materiale stesso, di creare delle sagome precise.
Per dare un’idea di cosa possa essere l’estrusione vi rimando ad una degli articoli più conosciuti nel mondo dei giocattoli di qualche anno fa… il Dido. Materiale duttile che pressavamo all’interno di sagome che a sua volta ne determinavano la forma finale.
Le parti di alluminio che creano il telaio della Elise sono uscite sagomate dall’estrusore e successivamente incollate con tecniche ben collaudate in campo aeronautico.
Alla fine ne esce un telaio dal peso di 68 chilogrammi e la rigidità torsionale di un F14 Tomcat e per noi appassionati di motori questo è un inno alla gioia.
Adesso tocca dare una forma a questa opera d’arte ed il centro stile interno, capitanato da Julian Thomson, si spira ad alcuni classici della Lotus come la già conosciuta Elan, la 23 (vettura da competizione), e la coupé denominata Europa.
Thomson in quel periodo guida una Ferrari Dino 246 e la ritiene la miglior sportiva a motore centrale mai realizzata (come biasimarlo). Ovviamente anche la velocissima italiana ispira le mani del disegnatore che alla fine crea una vettura compatta con linee classiche che ricordano le auto da competizione degli anni 60.
La leggerezza non richiese molta potenza e sotto il cofano venne montato un modesto propulsore Rover di 1795 cm³ e 16 valvole con 120cv. Potenza che, nonostante non fosse altissima, grazie al peso piuma regala alla Elise un rapporto cv/kg migliore di tante sportive più blasonate.
Piccola curiosità – che per me è poesia allo stato dell’arte – e la scelta del nome…Elise.
All’epoca l’amministratore delegato della Lotus era Romano Artioli, grande mente italiana che ha ricoperto un ruolo enorme nel modo dell’automotive italiano e non solo. La nipote veniva alla luce proprio durante la progettazione della vettura, verrà chiamata Elisa.
L’auto prese il nome della bambina che oggi è diventata una fantastica ragazza laureata in architettura.
Elisa Artioli presentò anche un progetto di laurea che prevedeva il rilancio dello stabilimento Bugatti di Campogalliano… complimenti alla famiglia che, per generazioni, non ha mai smesso di pensare e sognare in grande.
Tutto quanto appena detto non ebbe bisogno di grandi operazioni di marketing per suscitare interesse, bastò la presentazione al salone di Francoforte nel 1995 per vedere lo stand Lotus preso d’assalto da persone che volevano acquistare l’auto.
Si rivide quindi la progettazione della linea di produzione per far fronte a tale richiesta ed il primo modello fu consegnato il primo agosto 1996.
Da li in poi la Lotus Elise non smise mai di entusiasmare gli appassionati che videro una serie di restyling e serie speciali susseguirsi fino alla decisione di cessarne la produzione.
Produzione che terminò con la consegna dell’ultimo esemplare proprio a lei, la dolcissima Elisa Artioli, che ritirò la sua Final Edition in colorazione Championship Gold proprio davanti agli stabilimenti Lotus.
La Lotus Elise Sport 240 che propone Biga Garage è una Final Edition verniciata in una splendida colorazione Saffron Yellow. La vettura è stata immatricolata nel 2021 ed ha percorso soltanto 5200 chilometri tutti con il suo unico e giovane proprietario. L’allestimento interno è corredato da alcuni immancabili optional quali l’aria condizionata e l’impianto stereo. L’esterno invece è stato impreziosito dal Black Pack che, grazie all’aggiunta di particolari neri a contrasto con il giallo, rende questa Elise ancora più “cattiva”. L’Hard Top conclude la dotazione di optional che corredano l’auto.
Stiamo parlando di una vettura che porta con sé una connotazione storia incredibile con innumerevoli successi nelle competizioni ed una popolarità tra il grande pubblico di appassionati che ancora oggi non smette di amarla… questo fa capire la purezza del progetto iniziale e la fede con cui Lotus non lo ha mai snaturato.
Amiamo quest’auto e la sua storia tanto da sperare che venga acquistata solo da qualcuno che ne sappia percepire l’essenza.
Lei vi aspetta all’interno del nostro salone, coccolata ed in attesa di qualcuno che la faccia “staccare” al cartello degli 80mt.
Di sicura rivalutazione, entrerà a far parte dell’olimpo delle sportive a combustione dei giorni nostri.